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martedì 21 gennaio 2014

Italicum o Porcellum bis?

Matteo Renzi ha presentato Italicum, la nuova proposta di legge elettorale che dovrebbe risolvere i vizi di incostituzionalità del Porcellum. I due punti fondamentali evidenziati dalla Corte Costituzionale riguardavano il premio di maggioranza, ritenuto distorsivo della volontà degli elettori, e le liste bloccate, in quanto contrarie all'articolo 1 comma 2 della Costituzione, che recita: "La sovranità appartiene al popolo". Sono i cittadini che hanno pieno diritto di scegliere i propri rappresentanti.

Ora andiamo a vedere cosa propone la nuova legge elettorale per rimediare a queste gravi problematiche:
  • un premio di maggioranza, che comunque non potrà superare il 18%, a chi ottiene almeno il 35% dei voti;
  • il ballottaggio tra le prime due forze politiche, in caso al primo turno non si raggiunga la soglia minima del 35%;
  • chi vince al ballottaggio ottiene automaticamente il 53% dei seggi;
  • soglie di sbarramento al 5% per le liste coalizzate (partiti autonomi che decidono di presentarsi alle elezioni sotto un unico simbolo), all'8% per i partiti che non si coalizzano e al 12% per le coalizioni.

In merito al premio di maggioranza, nel Porcellum il partito più votato otteneva i seggi mancanti per arrivare al 55%, e non era fissata una soglia minima per accedere al premio. Ora invece, con l'Italicum, si è provveduto ad inserire tale soglia, minima nel vero senso della parola. Il 35% infatti non sembra il valore "ragionevole" che aveva richiesto la Corte, e inoltre si può notare che il limite del 18% per il premio di maggioranza non è realmente quello massimo che un partito, o una coalizione, potrebbe ottenere con la nuova legge elettorale.

Facciamo un esempio considerando i dati relativi alle elezioni del 2013: Bersani e Berlusconi, con le loro rispettive coalizioni, hanno ottenuto alla Camera il 29,55% dei voti il primo e il 29,18% il secondo. A questo punto, con l'Italicum, si sarebbe proceduto al ballottaggio tra queste due forze politiche, e il vincitore avrebbe ottenuto il 53% dei seggi. In entrambi i casi quindi avremmo assistito all'assegnazione di un premio di maggioranza superiore al 23%. Si sarebbe quasi raddoppiato il risultato ottenuto ai seggi. Vi sembra che questo rispecchi la volontà degli elettori?

Sulle preferenze poi, Renzi ha sempre affermato di esserne un fervido sostenitore. Ora però vuole farci credere che a causa della negoziazione con Berlusconi, a malincuore, ha dovuto abbandonare il suo sogno. Ma se ci teneva davvero così tanto, perchè non rivolgersi direttamente al Parlamento, dove avrebbe trovato sicuramente il sostegno di Alfano, suo alleato nell'attuale maggioranza (che dichiara si batterà strenuamente per le preferenze), e sostanzialmente di tutte le altre forze politiche? Senza dimenticare poi che dovrebbe essere proprio il Parlamento il luogo del confronto politico.

Evidentemente era più "alla luce del sole" fare un accordo a porte chiuse con un pregiudicato, per poi dire che la responsabilità sui punti critici è, ovviamente, del cavaliere. PD, ora ti riconosciamo.

Infine, ultimo ma non ultimo, le soglie di sbarramento. L'8% dei voti corrisponde a più di 2,5 milioni di elettori, secondo voi si tratta di una minoranza indegna di trovare rappresentanza in Parlamento? Secondo Renzi sì (forse dimentica che sta basando la sua arrogante autorità sui 2 milioni di italiani che hanno votato per lui alle primarie del PD).

E' facile prevedere gli effetti che delle soglie così alte avranno sulla scena politica futura: impedire a idee e movimenti controcorrente di potersi esprimere liberamente, senza doversi piegare alle solite dinamiche del calcolo politico. Ecco svelato quindi l'unico vero punto di "profonda sintonia" tra Renzi e l'amico Silvio: tutti quei "partitini" sotto la nuova soglia di sbarramento dovranno scegliere se sparire per sempre o coalizzarsi con il più forte, a destra o a sinistra, regalando voti molto importanti a queste coalizioni.

In questo modo il Governo del Paese resterà saldamente in mano alle stesse forze politiche che negli ultimi 20 anni ci hanno mandati in rovina.  

Se cercavamo una legge elettorale democratica e che finalmente superasse quell'obbrobrio che è il Porcellum, non è certo questa. Anzi, l'unico risultato sarebbe quello di intaccare ulteriormente la democrazia di questo Paese, relegando a "minoranze" gruppi sempre più ampi di elettori ed estromettendo l'unico movimento che, non piegandosi alle logiche del calcolo politico, continua a difendere le proprie idee e resta quindi l'ultimo oppositore del partito unico.

Un partito unico che nei talk show televisivi finge di litigare, ma in Parlamento vota sempre concorde, e dalle stanze buie, con il quadro di Che Guevara alle spalle, continua a decidere le sorti della nostra povera Italia.

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